Autore: Negri, Giovanni
Titolo: Cicerone come “fonte di cognizione” del diritto privato romano. L’esempio della causa curiana: appunti per una ricerca
Rivista/Miscellanea: "Ciceroniana" nuova serie XIII
Anno edizione: 2009
Pagine: 165-183
Parole chiave: Droit - Diritto - Law, Rhétorique - Retorica - Rhetorics, Stylistique et genres littéraires - Stilistica e generi letterari - Stylistics and literary genre
Descrizione: La causa Curiana, che è ricordata nel De inventione, nel De oratore, e nel Brutus, riguardò il caso di un certo Coponio, il quale ritenendo erroneamente la moglie incinta, aveva istituito erede il nascituro, chiamando tuttavia all’eredità Manio Curio, in caso di morte prematura del figlio. Morto il testatore, e però non nato il figlio, un agnato aveva fatto valere il titolo di erede legittimo di fronte al tribunale dei Centumviri, ma Curio aveva resistito in giudizio, opponendo quell’istituzione testamentaria. L’agnato del testatore fu difeso da Quinto Mucio Scevola, mentre Curio da Licinio Crasso. E se la tesi di Scevola fu che la mancata nascita del figlio avrebbe fatto venir meno il presupposto della sostituzione, giacchè se il testatore avesse voluto istituire Curio etiam filio non nato lo avrebbe espressamente scritto, con conseguente nullità dello stesso testamento; Crasso, ponendosi abilmente sullo stesso piano del rispetto dello scriptum, si concentrò invece sull’individuazione della volontà del testatore. Dunque nella causa Curiana non è rinvenibile un’alternativa tra verba e voluntas o tra ius strictum ed aequitas, come posizioni culturali e ideologiche diverse, nè come indice di tecniche ermeneutiche contrapposte; piuttosto Cicerone nel De inventione inquadra quel dibattito nell’ambito della controversia ex scripto et sententia.
Opere:
Link: https://doi.org/10.13135/2532-5353/1447
Sigla autore: Negri 2009
Titolo: Cicerone come “fonte di cognizione” del diritto privato romano. L’esempio della causa curiana: appunti per una ricerca
Rivista/Miscellanea: "Ciceroniana" nuova serie XIII
Anno edizione: 2009
Pagine: 165-183
Parole chiave: Droit - Diritto - Law, Rhétorique - Retorica - Rhetorics, Stylistique et genres littéraires - Stilistica e generi letterari - Stylistics and literary genre
Descrizione: La causa Curiana, che è ricordata nel De inventione, nel De oratore, e nel Brutus, riguardò il caso di un certo Coponio, il quale ritenendo erroneamente la moglie incinta, aveva istituito erede il nascituro, chiamando tuttavia all’eredità Manio Curio, in caso di morte prematura del figlio. Morto il testatore, e però non nato il figlio, un agnato aveva fatto valere il titolo di erede legittimo di fronte al tribunale dei Centumviri, ma Curio aveva resistito in giudizio, opponendo quell’istituzione testamentaria. L’agnato del testatore fu difeso da Quinto Mucio Scevola, mentre Curio da Licinio Crasso. E se la tesi di Scevola fu che la mancata nascita del figlio avrebbe fatto venir meno il presupposto della sostituzione, giacchè se il testatore avesse voluto istituire Curio etiam filio non nato lo avrebbe espressamente scritto, con conseguente nullità dello stesso testamento; Crasso, ponendosi abilmente sullo stesso piano del rispetto dello scriptum, si concentrò invece sull’individuazione della volontà del testatore. Dunque nella causa Curiana non è rinvenibile un’alternativa tra verba e voluntas o tra ius strictum ed aequitas, come posizioni culturali e ideologiche diverse, nè come indice di tecniche ermeneutiche contrapposte; piuttosto Cicerone nel De inventione inquadra quel dibattito nell’ambito della controversia ex scripto et sententia.
Opere:
Link: https://doi.org/10.13135/2532-5353/1447
Sigla autore: Negri 2009