” Opus oratorium maxime ” : Cicerone tra storia e oratoria

Autore: Nicolai, Roberto
Titolo: ” Opus oratorium maxime ” : Cicerone tra storia e oratoria
Rivista/Miscellanea: in: Cicerone : prospettiva 2000 : atti del " I Symposium Ciceronianum Arpinas " : Arpino, 5 maggio 2000 / a cura di Emanuele Narducci, 125
Luogo edizione: Firenze
Editore: Le Monnier
Anno edizione: 2001
Pagine: 105-125
Parole chiave: Éloquence - Eloquenza - Eloquence, Histoire - Storia - History, Rhétorique - Retorica - Rhetorics, Stylistique et genres littéraires - Stilistica e generi letterari - Stylistics and literary genre
Recensione:

Tordeur, "Latomus" 63, 2004, 235-236; A. Mongatti, "Atene e Roma" 46, 2001, 108-111 [https://www.academia.edu/24923444/Recensione_a_Cicerone_prospettiva_2000_Atti_del_I_Symposium_Ciceronianum_Arpinas_Arpino_5_maggio_2000_a_cura_di_E_Narducci_in_Atene_e_Roma_2_3_2001?email_work_card=view-paper]

Descrizione: [Review Mongatti] Nicolai analizza soprattutto il proemio al De legibus e il secondo libro del De oratore,e dimostra come, per Cicerone, la storia sia veramente uno dei cómpiti cui l’uomo giunto alla conoscenza compiuta, e dunque fattosi orator, dovrebbe dedicarsi (poiché la storia altro non è che veritas espressa in stile appropriato). Il fatto è che Cicerone ha destinato a se stesso un ruolo più importante e paradigmatico: quello dell’uomo impegnato politicamente (e lo storico avrebbe bisogno invece del distacco imparziale) che dedica l’otium alla riflessione filosofica (che si occupa del vero assoluto, superiore a quello storico). In questo modo Cicerone, contemporaneamente, trattando della storiografia si accredita come l’unico che potrebbe dare finalmente a Roma il suo storico (in quanto storico per eccellenza è l’oratore) e, rinunciando a tale attività, si propone a modello ideale (perché la rinuncia è dettata dalla scelta dell’attività politica e dall’opzione per la filosofia, entrambe inconciliabili con la narrazione storica).
Opere:
Sigla autore: Nicolai 2001