Cicerone alla corte di Giustiniano. “Dialogo sulla scienza politica” (Cod. Vat. gr. 1298). Concezioni e dibattito sulle formae rei publicae nell’età dell’assolutismo imperiale

Autore: Licandro, Orazio
Titolo: Cicerone alla corte di Giustiniano. “Dialogo sulla scienza politica” (Cod. Vat. gr. 1298). Concezioni e dibattito sulle formae rei publicae nell’età dell’assolutismo imperiale
Luogo edizione: Roma
Editore: L’Erma di Bretschneider
Anno edizione: 2017
Parole chiave: Droit - Diritto - Law, Histoire - Storia - History, Philologie - Filologia - Philology
Descrizione: [Abstract] Un manoscritto mutilo risalente al X secolo, oggi conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana, contiene un prezioso, quanto misterioso, trattato anonimo di età giustinianea. Sotto forma di dialogo, due personaggi, Menas Thomas, discutono della Scienza politica e tracciano le forme organizzative e le modalità di esercizio del potere politico di una basileia ideale. Esponenti della classe dirigente del VI secolo d.C., funzionari imperiali e probabilmente membri di quella formidabile squadra di commissari incaricata da Giustiniano di redigere la gigantesca compilazione, Menas Thomas mettono a confronto la Kallipolis di Platone con il De re publica di Cicerone. 
Il libro affronta un testo poco studiato dagli storici del diritto che di per sé appare già come uno straordinario condensato della cultura politica, istituzionale, filosofica e religiosa dei secoli tardoantichi. Soprattutto vuol far emergere la straordinaria attualità del pensiero ciceroniano nell’èra di acciaio dell’ assolutismo imperiale. Alla corte di Giustiniano, in un momento cruciale della millenaria storia dell’ impero romano, la voce di Cicerone tornava a risuonare nelle stanze del potere grazie agli esponenti più acuti e visionari di quel ceto di burocrati-intellettuali di Costantinopoli. Costoro leggevano, studiavano e interpretavano i classici del pensiero politico, da Platone ad Aristotele, a Cicerone, per dare soluzione ai più pressanti problemi politici e costituzionali’ del loro tempo. Di Cicerone, del grande insuperato trattatista romano, recuperavano così l’ idea di costituzione mista e, reinterpretandola, ancoravano abilmente l’ ideologia ottimate repubblicana del migliore’ al sincretismo ideologico neoplatonico e cristiano: un princeps (o basileus), legittimato da Dio e dal popolo, coadiuvato da un gabinetto’ di aristocratici, avrebbe assicurato un governo temperato nel segno della concordia ordinum e della sinfonia celeste’ .
Sigla autore: Licandro 2017