Cicerone e l’oratore tinctus litteris (de orat. 2,85): questioni testuali e stilistiche

Autore: Boldrer, Francesca
Titolo: Cicerone e l’oratore tinctus litteris (de orat. 2,85): questioni testuali e stilistiche
Rivista/Miscellanea: "Ciceroniana online", NS 1, 1
Anno edizione: 2017
Pagine: 25-40
Parole chiave: Philologie - Filologia - Philology, Rhétorique - Retorica - Rhetorics, Stylistique et genres littéraires - Stilistica e generi letterari - Stylistics and literary genre
Descrizione: L’espressione metaforica sit enim mihi tinctus litteris usata da Antonio nel dialogo de oratore (2,85) a proposito di un suo possibile allievo di oratoria, viene generalmente intesa come esortativa, ma Antonio disdegnava gli studi teorici e culturali, basando invece la sua scuola sulla pratica forense. Sembra perciò opportuna una interpretazione diversa di sit e dei seguenti congiuntivi in senso concessivo (“ammettiamo che io abbia un allievo impregnato di letteratura”), cui si contrappone nella proposizione successiva l’annuncio da parte di Antonio del suo metodo pratico (fut. temptabo). Inoltre il nesso tinctus litteris è stato oggetto di varie interpretazioni riduttive nel senso di una media o scarsa cultura: più probabilmente indica invece una cultura profonda, corrispondente al diffuso ma prosaico sinonimo imbutus litteris. Il termine tinctus sembra alludere inoltre a Lucrezio, poeta (valorizzato da Cicerone) che utilizza spesso tingo, ed implica una metafora cromatica positiva e raffinata. In sintesi l’oratoretinctus litteris, poco apprezzato da Antonio ma comunque accolto nella sua scuola, sembra il ritratto di Cicerone da giovane, che in effetti era stato un suo allievo letterato ed impegnato per tutta la vita a nobilitare l’oratoria sul piano stilistico più dei suoi maestri. [Abstract dal sito della rivista]
Opere:
Link: https://doi.org/10.13135/2532-5353/2206
Sigla autore: Boldrer 2017