Rome, an 45 av. JC: Cicéron contre le «tyran»?

Autore: Malaspina, Ermanno
Titolo: Rome, an 45 av. JC: Cicéron contre le «tyran»?
Rivista/Miscellanea: in: Boulègue, L., Casanova-Robin, H., Lévy, C. (Éd.), Le Tyran et sa posterité dans la littérature latine de l’Antiquité à la Renaissance
Anno edizione: 2013
Pagine: 57-69
Parole chiave: Politique - Politica - Politics
Descrizione: [EdC] [Comment]Il rapporto tra Cicerone e Cesare è sempre stato, ed è tuttora, un tema che ha suscitato numerose discussioni da parte dei commentatori moderni. Rispetto a quello di Cesare, che era evidentemente interessato ad ottenere la collaborazione di uno dei senatori più eminenti, è difficile valutare il comportamento di Cicerone, meno limpido e piuttosto ambiguo. Infatti, se l’opposizione ai dynastae Cesare, Pompeo e Crasso (Ad Atticum 2, 9, 1), l’appoggio dato a Pompeo durante la guerra civile e il successivo schieramento a fianco dei cesaricidi si inseriscono in un’ottica repubblicana e anti-tirannica, non si può affermare altrettanto riguardo al tentativo mediatore tra le due partes esistenti e alle lodi rivolte a Cesare quale dittatore sapiens e clemens. La critica interpreta diversamente questa incoerenza: il giudizio sostanzialmente negativo di Hegel, Drumann, Mommsen e Carcopino è respinto da Boissier e da altri studiosi, a favore di “un jugement plus nuancé, qui s’éloigne à la fois du dénigrement et de l’adulation” (p. 59). Viene poi formulato un ulteriore approccio interpretativo (Strasburger, Wassman, Gildenhard) che mira a individuare in quei trattati ciceroniani, il cui soggetto non ha nulla a che vedere con la politica (Academica, Tusculanae), una sotterranea opposizione al potere tirannico e una silente esortazione alla rivolta. Il presente contributo, invece, limita la trattazione del rapporto tra Cesare e Cicerone ad un arco cronologico ristretto, dalla primavera all’estate del 45 a.C. L’A. si sofferma nello specifico su tre opere, mai terminate e diffuse pubblicamente, Epistula ad Caesarem de consiliis, Dialogus more Dicaearchi, Epistula ad Caesarem, mettendo soprattutto in rilievo il periodo della loro composizione. In effetti, la prima di queste, scritta nel giugno del 45, un mese prima delle Tusculanae, si caratterizza per contenuti affini a quelli degli Specula principis. Risulterebbe quindi poco convincente vedere nelle Tusculanae un intento anti-cesariano, per quanto questo possa sembrare celato. Infine, il confronto con le lettere contemporanee, in particolare quelle indirizzate a Cesare, e l’analisi della loro data di composizione, in relazione alle opere filosofiche ciceroniane, permettono sia di affermare che le Tusculanae e gli Academica non siano dei testi di opposizione sia di non considerare Cicerone un oppositore e un consigliere di Cesare allo stesso tempo. Anzi, l’A. interpreta l’attività di Cicerone pari a quella di un politico centrista e moderato, che è capace di adattarsi alle circostanze ed è consapevole del fatto che accettare la politica di clementia intrapresa dal tiranno rappresenti una soluzione, l’unica possibile, per servire la respublica.
Sigla autore: Malaspina 2013