Gennaio-aprile 48: Cicerone al campo di Pompeo in Epiro e poi ed a Durazzo è in ansia sia per gli sviluppi della guerra sia per la situazione finanziaria della moglie ed il pagamento della dote per la figlia, entrambe rimaste in Italia; si trova in condizioni psicofisiche poco buone e non partecipa ai combattimenti in Epiro: Marc. 15; D.CASS. XLII, 13, 1.
Cf. SCHMIDT 1893, 185-192; PETERSSON 497; DG 6, 202. 608; CIACERI 2, 250-253; BROUGHTON 1952, 2, 278; GELZER 1969, 256; SB 1971, 169-170; KUMANIECKI 1972, 429-430; MITCHELL 2, 261-262; FUHRMANN 198; 201; MARINONE a. 48 A.
-4 febbraio: Cicerone riceve un’eredità: Att. XI, 2, 1.
-Anno 48: Cicerone concede a Pompeo un prestito dal bottino di guerra della Cilicia, lasciato ad Efeso: Att. XI, 1, 2. 2, 3. 3, 3. 6, 2. 6, 6. 13, 4; fam. VII, 3, 2.
Cf. SCHMIDT 1893, 187; CARCOPINO 1947, 1, 110; KUMANIECKI 1972, 427; MITCHELL 2, 261.
-In questo anno muta l’atteggiamento di Cicerone nei confronti di Terenzia: già a gennaio Cicerone parla di calamitas, riferendosi a questioni economiche: Att. XI, 1, 2. 2, 3; fam. XIV, 8-24. -Cicerone è angustiato dal pagamento della seconda rata della dote della figlia, tanto più che il matrimonio non sembra poter durare a lungo, ed è dispiaciuto del disdoro che ciò provoca a Tullia: Att. XI, 2, 2. 3, 1. 4a. 4, 1; fam. XIV, 6. -Giugno 48 - giugno 47: Per Tullia Cicerone trova sostegno (anche economico, per il pagamento della dote a Dolabella) solo in Attico: Att. XI, 4 a. 6, 4. 9, 3. 23, 3. 24, 2. 25, 3.
Cf. SCHMIDT 1899, 144-185; DG 6, 608; WEINSTOCK 1934, 713; MITCHELL 2, 261-262.
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