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De locatione Asiatica inducenda I-II* 

 

 

1°/2 dicembre 61 

 

Due discorsi in senato, di cui resta una sola testimonianza: Att. I, 17, 9-10.

 

Edizioni: CRAWFORD 1984, nn° 32-33.

 

Cf. GRANRUD 1913, nn° 68-69; HOLMES 1922, 1, 303; DE BENEDETTI 1929, 551; DG 5, 589-590; STEIN 1930, 23; CIACERI 2, 27; STOCKTON 164-167; KUMANIECKI 1972, 253; BONNEFOND-COUDRY 1989, 207; MITCHELL 2, 88-89; RYAN 1998, 367; MARINONE a. 61 B8.

 

 

-Cicerone sostiene, pur non approvandola, la richiesta dei cavalieri di sospendere il loro contratto d’appalto (locatio) per la provincia d’Asia, con l’intento di eliminare i contrasti tra questi ed il senato. 

 

-Att. I, 17, 9: Multaque a me de ordinum dignitate et concordia dicta sunt Kal. Dec. et postridie.

 

-Il malcontento dei cavalieri proviene dalla decisione del senato di proporre una legge per eliminare l’immunità dei cavalieri presenti nelle corti giudiziarie.

 

-CRAWFORD 1984, 113: Cicerone non pubblica i due discorsi.

 

 

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