Titolo: Pro Caninio
Tipo opera: Cicerone - III - Opere note solo da testimonianze
Descrizione: Orazione pronunciata nel 55 in difesa di Caninio (RE n° 3; MRR 2, 542), tribuno della plebe dell’anno precedente e sostenitore di Pompeo riguardo alla restaurazione sul trono di Tolomeo Aulete (RE n° 33; MRR 2, 188). Probabilmente fu proprio questo suo legame con Pompeo a spingere Cicerone ad occuparsi della difesa, perché a quel tempo i rapporti tra lui e Caninio erano tutt’altro che buoni. Non si è a conoscenza del capo di accusa né dell’esito del processo. Non ci sono dati decisivi a favore o contro l’assoluzione: in seguito al giudizio, si hanno notizie della presenza di Caninio ad Atene (fam. 2, 8, 3), dove è plausibile che si trovasse in esilio, dunque in conseguenza di una condanna. Ma ci sono anche attestazioni (fam. 2, 8, 3; 9, 2, 1; Att. 16, 14, 4) di un miglioramento dei rapporti tra i due, che secondo Ciaceri 1939 potrebbe essere dovuto alla vittoria del processo. Crawford 1984 nota come la pubblicazione dell’orazione, se vittoriosa, avrebbe potuto offendere P. Cornelio Lentulo Spinter (RE n° 238; MRR 2, 544; MRR Suppl. 19) cui Cicerone era molto grato per l’appoggio alla sua causa del ritorno dall’esilio; se invece il processo fosse stato perso, ci sarebbe stato ancor meno motivo di pubblicarla. Cicerone nomina questa orazione in una lettera del settembre 55 (fam. 7, 1, 4); altra menzione ne fa Valerio Massimo (4, 2, 6). Bibliografia: Ciaceri 1939 = E. Ciaceri, Cicerone e i suoi tempi, Milano 1939, 2, 114; Crawford 1984 = J. W. Crawford, M. Tullius Cicero: The lost and unpublished orations, Göttingen 1984, n° 58.
Parole chiave: Droit - Diritto - Law
Tipo opera: Cicerone - III - Opere note solo da testimonianze
Descrizione: Orazione pronunciata nel 55 in difesa di Caninio (RE n° 3; MRR 2, 542), tribuno della plebe dell’anno precedente e sostenitore di Pompeo riguardo alla restaurazione sul trono di Tolomeo Aulete (RE n° 33; MRR 2, 188). Probabilmente fu proprio questo suo legame con Pompeo a spingere Cicerone ad occuparsi della difesa, perché a quel tempo i rapporti tra lui e Caninio erano tutt’altro che buoni. Non si è a conoscenza del capo di accusa né dell’esito del processo. Non ci sono dati decisivi a favore o contro l’assoluzione: in seguito al giudizio, si hanno notizie della presenza di Caninio ad Atene (fam. 2, 8, 3), dove è plausibile che si trovasse in esilio, dunque in conseguenza di una condanna. Ma ci sono anche attestazioni (fam. 2, 8, 3; 9, 2, 1; Att. 16, 14, 4) di un miglioramento dei rapporti tra i due, che secondo Ciaceri 1939 potrebbe essere dovuto alla vittoria del processo. Crawford 1984 nota come la pubblicazione dell’orazione, se vittoriosa, avrebbe potuto offendere P. Cornelio Lentulo Spinter (RE n° 238; MRR 2, 544; MRR Suppl. 19) cui Cicerone era molto grato per l’appoggio alla sua causa del ritorno dall’esilio; se invece il processo fosse stato perso, ci sarebbe stato ancor meno motivo di pubblicarla. Cicerone nomina questa orazione in una lettera del settembre 55 (fam. 7, 1, 4); altra menzione ne fa Valerio Massimo (4, 2, 6). Bibliografia: Ciaceri 1939 = E. Ciaceri, Cicerone e i suoi tempi, Milano 1939, 2, 114; Crawford 1984 = J. W. Crawford, M. Tullius Cicero: The lost and unpublished orations, Göttingen 1984, n° 58.
Parole chiave: Droit - Diritto - Law