Auteur: Dunsch, Boris
Titre: Der lateinische Prosarhythmus: Eine induktive Einführung im Lektüreunterricht
Revue/Collection: M. FRISCH (Hrsg.), Metrik im altsprachlichen Unterricht
Lieu èdition: Speyer
Éditeur: Ars Didactica, 4
Annèe edition: 2018
Pages: 277-309
Mots-clès: Éloquence - Eloquenza - Eloquence, Philologie - Filologia - Philology, Rhétorique - Retorica - Rhetorics, Stylistique et genres littéraires - Stilistica e generi letterari - Stylistics and literary genre
Description: [Comment] L’A. prende in analisi il concetto di “ritmo prosodico” e dell’opportunità di un suo insegnamento sia nell’ambito della scuola superiore sia in quello universitario. L’intervento si compone di due nuclei, uno dedicato a definire l’opportunità di tale insegnamento e uno propositivo, che si sostanzia in un specimen di lezione. Nei primi tre capitoli, pur mettendo in guardia sulle difficoltà proprie dell’indagine in questo campo, egli tuttavia ne evidenzia la necessità, in particolare focalizzandosi sui due principi cardine della composizione in prosa: l’attenta strutturazione della frase e la clausula. Una tale indagine, secondo l’A., si impone tanto più quanto meno ricca è la nostra conoscenza delle modalità di insegnamento degli antichi retori e delle componenti paralinguistiche dell’actio. Infatti, così come per la produzione dell’antica commedia romana plautina e terenziana lo studio della metrica può dare informazioni importanti ancorché uniche, poiché poco si sa del momento esecutivo, allo stesso modo in campo retorico non ci si dovrebbe privare dello studio e della conoscenza metrica, perlomeno in relazione alla produzione oratoria e alla prosa d’arte. D’altra parte, continua l’autore, non è pensabile un’analisi differenziata per la prosa e la poesia: una più attenta considerazione delle caratteristiche prosodiche di un testo in prosa gioverebbe anche alla consapevolezza e alla lettura metrica di un testo poetico. Tuttavia, fondamentale è per l’A. stabilire i confini del campo d’indagine, e cioè fino a quale grado di profondità analitica sia opportuno spingersi. Egli ritiene dunque che, per quel che attiene e interessa una lezione liceale o universitaria, che non abbia come obiettivo un’analisi della prosodia in sé conclusa, ma piuttosto l’uso di una tale analisi per restituire un’immagine più completa della produzione in prosa, non sia necessaria una trattazione sistematica, per la quale fornisce comunque ampia bibliografia. L’A. precisa, poi, che a essere prese in considerazione sono solamente le parti conclusive delle frasi, né gli inizi né le parti centrali: questo non tanto per un loro carattere non ritmico quanto per necessità di sintesi. Con il capitolo Die induktive Einführung des Prosarhythmusl’A. passa alla sezione dedicata alla proposta dell’insegnamento: esso non deve avvenire, egli sostiene, tramite la somministrazione di semplici frasi esemplificative, ma piuttosto attraverso un testo da analizzare “induttivamente” e “descrittivamente”. L’intero capitolo seguente, Eine induktiv vorgehende Analyse am Beispiel von Cicero, Pro Archia poeta,19, è dedicato dall’A. alla concreta descrizione di come debba realizzarsi l’analisi di un passo, appunto Pro Archia 19, da parte studenti liceali e universitari. Cerco qui di delineare nei suoi snodi fondamentali l’articolata proposta. L’A. presenta il testo con già evidenziate le parole che si trovano prima di ogni segno grafico di pausa: attraverso una discussionecon gli allievi e tramite un metodo esclusivamente induttivo, vengono a definirsi alcune fasi di approfondimento dell’analisi, in cui emergano, da una parte, le unità metriche e ritmiche delle frasi, e, dall’altra, l’importanza della struttura prosodica ai fini della struttura del discorso: questo deve avvenire, ritiene l’A., anche attraverso la ricerca di corrispondenze tra la struttura del ritmo prosodico e la dimensione semantica del testo. Un’analisi di tal tipo richiede, come evidenzia l’A. stesso, un lavoro preliminare di ricerca di un testo adatto da parte dell’insegnante. Principi guida sono la conoscenza da parte degli studenti di alcune nozioni fondamentali, quali la catalessi, la natura doppia di una sillaba lunga, il funzionamento della sinizesi e, infine, la capacità di analizzare il testo non tanto come una sequenza di parole quanto, piuttosto, come una sequenza di sillabe. Terminata la fase dell’apprendimento induttivo, è fondamentale per l’A. far comprendere agli studenti l’importanza delle clausulae, le quali, come emerge da Orat. 228, sono ben più di semplici ornamenti del testo. Esse, infatti, costituiscono uno strumento fondamentale per la ricezione, che è orale non solo nel caso della prosa oratoria, in quanto permettono di scandire la lettura del testo. L’A. si spinge a ipotizzare una sostanziale equivalenza tra il ruolo ricoperto dalle clausulae nella lettura ad alta voce e quello della punteggiatura in un testo scritto. Dopo un’altra proposta di analisi induttiva, questa volta di un passo della De imperio Cn. Pompei, l’A. sottolinea come l’importanza delle clausulae non sia limitata al campo stilistico, ma sia rilevante anche per altri orizzonti di studio, quale la critica del testo: attraverso la conoscenza delle abitudini prosodiche di un certo autore, ad esempio, è possibile avere un strumento ulteriore per la scelta tra le lezioni tradite. In conclusione, l’A. ricorda che, per una corretta interpretazione della clausula e, più in generale, del suo uso e del suo scopo, non si possa mai prescindere dal contesto in cui essa è situata, e quindi dal rapporto, più o meno stretto, che la lega alla frase singola che la contiene. [Fabio Bellorio, Torino]
Oeuvres:
Sigle auteur: Dunsch 2018
Titre: Der lateinische Prosarhythmus: Eine induktive Einführung im Lektüreunterricht
Revue/Collection: M. FRISCH (Hrsg.), Metrik im altsprachlichen Unterricht
Lieu èdition: Speyer
Éditeur: Ars Didactica, 4
Annèe edition: 2018
Pages: 277-309
Mots-clès: Éloquence - Eloquenza - Eloquence, Philologie - Filologia - Philology, Rhétorique - Retorica - Rhetorics, Stylistique et genres littéraires - Stilistica e generi letterari - Stylistics and literary genre
Description: [Comment] L’A. prende in analisi il concetto di “ritmo prosodico” e dell’opportunità di un suo insegnamento sia nell’ambito della scuola superiore sia in quello universitario. L’intervento si compone di due nuclei, uno dedicato a definire l’opportunità di tale insegnamento e uno propositivo, che si sostanzia in un specimen di lezione. Nei primi tre capitoli, pur mettendo in guardia sulle difficoltà proprie dell’indagine in questo campo, egli tuttavia ne evidenzia la necessità, in particolare focalizzandosi sui due principi cardine della composizione in prosa: l’attenta strutturazione della frase e la clausula. Una tale indagine, secondo l’A., si impone tanto più quanto meno ricca è la nostra conoscenza delle modalità di insegnamento degli antichi retori e delle componenti paralinguistiche dell’actio. Infatti, così come per la produzione dell’antica commedia romana plautina e terenziana lo studio della metrica può dare informazioni importanti ancorché uniche, poiché poco si sa del momento esecutivo, allo stesso modo in campo retorico non ci si dovrebbe privare dello studio e della conoscenza metrica, perlomeno in relazione alla produzione oratoria e alla prosa d’arte. D’altra parte, continua l’autore, non è pensabile un’analisi differenziata per la prosa e la poesia: una più attenta considerazione delle caratteristiche prosodiche di un testo in prosa gioverebbe anche alla consapevolezza e alla lettura metrica di un testo poetico. Tuttavia, fondamentale è per l’A. stabilire i confini del campo d’indagine, e cioè fino a quale grado di profondità analitica sia opportuno spingersi. Egli ritiene dunque che, per quel che attiene e interessa una lezione liceale o universitaria, che non abbia come obiettivo un’analisi della prosodia in sé conclusa, ma piuttosto l’uso di una tale analisi per restituire un’immagine più completa della produzione in prosa, non sia necessaria una trattazione sistematica, per la quale fornisce comunque ampia bibliografia. L’A. precisa, poi, che a essere prese in considerazione sono solamente le parti conclusive delle frasi, né gli inizi né le parti centrali: questo non tanto per un loro carattere non ritmico quanto per necessità di sintesi. Con il capitolo Die induktive Einführung des Prosarhythmusl’A. passa alla sezione dedicata alla proposta dell’insegnamento: esso non deve avvenire, egli sostiene, tramite la somministrazione di semplici frasi esemplificative, ma piuttosto attraverso un testo da analizzare “induttivamente” e “descrittivamente”. L’intero capitolo seguente, Eine induktiv vorgehende Analyse am Beispiel von Cicero, Pro Archia poeta,19, è dedicato dall’A. alla concreta descrizione di come debba realizzarsi l’analisi di un passo, appunto Pro Archia 19, da parte studenti liceali e universitari. Cerco qui di delineare nei suoi snodi fondamentali l’articolata proposta. L’A. presenta il testo con già evidenziate le parole che si trovano prima di ogni segno grafico di pausa: attraverso una discussionecon gli allievi e tramite un metodo esclusivamente induttivo, vengono a definirsi alcune fasi di approfondimento dell’analisi, in cui emergano, da una parte, le unità metriche e ritmiche delle frasi, e, dall’altra, l’importanza della struttura prosodica ai fini della struttura del discorso: questo deve avvenire, ritiene l’A., anche attraverso la ricerca di corrispondenze tra la struttura del ritmo prosodico e la dimensione semantica del testo. Un’analisi di tal tipo richiede, come evidenzia l’A. stesso, un lavoro preliminare di ricerca di un testo adatto da parte dell’insegnante. Principi guida sono la conoscenza da parte degli studenti di alcune nozioni fondamentali, quali la catalessi, la natura doppia di una sillaba lunga, il funzionamento della sinizesi e, infine, la capacità di analizzare il testo non tanto come una sequenza di parole quanto, piuttosto, come una sequenza di sillabe. Terminata la fase dell’apprendimento induttivo, è fondamentale per l’A. far comprendere agli studenti l’importanza delle clausulae, le quali, come emerge da Orat. 228, sono ben più di semplici ornamenti del testo. Esse, infatti, costituiscono uno strumento fondamentale per la ricezione, che è orale non solo nel caso della prosa oratoria, in quanto permettono di scandire la lettura del testo. L’A. si spinge a ipotizzare una sostanziale equivalenza tra il ruolo ricoperto dalle clausulae nella lettura ad alta voce e quello della punteggiatura in un testo scritto. Dopo un’altra proposta di analisi induttiva, questa volta di un passo della De imperio Cn. Pompei, l’A. sottolinea come l’importanza delle clausulae non sia limitata al campo stilistico, ma sia rilevante anche per altri orizzonti di studio, quale la critica del testo: attraverso la conoscenza delle abitudini prosodiche di un certo autore, ad esempio, è possibile avere un strumento ulteriore per la scelta tra le lezioni tradite. In conclusione, l’A. ricorda che, per una corretta interpretazione della clausula e, più in generale, del suo uso e del suo scopo, non si possa mai prescindere dal contesto in cui essa è situata, e quindi dal rapporto, più o meno stretto, che la lega alla frase singola che la contiene. [Fabio Bellorio, Torino]
Oeuvres:
Sigle auteur: Dunsch 2018