Verba poetica in prosa nella teoria retorica da Cicerone a Quintiliano

Autore: Garbarino, G.
Titolo: Verba poetica in prosa nella teoria retorica da Cicerone a Quintiliano
Rivista/Miscellanea: "Mem. Accad. Torino Cl. Sc. mor., stor. e filol.", II, 5a S
Luogo edizione: Torino
Editore: Accademia delle Scienze
Anno edizione: 1978
Pagine: 141-237
Descrizione: [giogarb] Si studiano le prese di posizione teoriche, nei testi retorici tra il I secolo a.C. e il I d.C., sul rapporto fra stile della poesia e stile della prosa, per quanto riguarda la electio verborum. Cicerone riprende la concezione aristotelica secondo cui poesia e prosa d'arte si differenziano entrambe dal linguaggio della comunicazione ordinaria per mezzo dell'elaborazione artistica del materiale linguistico, ma lo stile poetico in prosa adotta tecniche espressive e vocaboli tipici o più tipici della poesia. Pur ammettendo che lo scarto dalla lingua dell'uso deve essere minore in prosa, Cicerone è indotto dalla sua concezione dello stile oratorio a mettere in ombra le differenze fra prosa d'arte e poesia, in quanto ritiene che la ricchezza dell'ornamentazione sia carattere proprio anche della prosa artisticamente elaborata. Le posizioni ciceroniane sono messe a confronto con quelle di Varrone, Quintiliano, Dionigi d'Alicarnasso, Il Sublime e Seneca filosofo. Il verbum poeticum per eccellenza, che per Cicerone era l'arcaismo, diviene nel I secolo d.C. il traslato audace, che secondo Quintiliano ha assunto un rilievo eccessivo nell'oratoria a lui contemporanea.
Opere:
Sigla autore: Garbarino 1978