Brutus

Titolo: Brutus
Tipo opera: Cicerone - I - Opere
Descrizione: Composto in breve tempo all'inizio del 46 a.C. (div. II, 4; orat. 23; parad. 2-5; QUINT. X, 1, 38; TAC. dial. 30; MACR. Sat. VI, 2, 34.), doveva essere sostanzialmente terminato a marzo quando ancora era in vita il Catone futuro Uticense, il Brutus rappresenta una straordinaria fonte per la storia dell'eloquenza greca e, soprattutto, romana. La scelta di Bruto come dedicatario dell'opera è significativa: Cicerone delinea due modelli di oratore (§ 201), uno, simpatizzante della corrente atticista - che predilige uno stile "piano" (attenuate presseque dicens) e un altro, "asiano" nelle definizioni dell'epoca, che propende per uno stile "grandioso" (sublate ampleque dicens): più incline a questo secondo orientamento, Cicerone critica l'atticismo cui tenta di sottrarre il talento di Bruto, che per questa corrente pare nutrisse simpatie. L'opera si apre con la commemorazione del defunto Ortensio Ortalo, fortunato, a detta di Cicerone, per non aver assistito alla decadenza dell'oratoria e, al contempo, della res publica (§§ 1-8). Proprio la figura di Ortensio suggerisce a Cicerone la riproposizione di un dialogo avvenuto forse nella villa romana dell'arpinate che ebbe come protagonisti Cicerone stesso, Bruto e Attico (§§ 9-10). Quest'ultimo, come premio per aver composto il Liber annalis, chiede a Cicerone di interrompere il suo silenzio e di delineare una storia dell'eloquenza. Fino al § 52 protagonisti sono gli oratori greci; dal § 53 al § 319, seppur con delle interruzioni dedicate a riflessioni più generali sull'oratoria, quelli latini, che, a partire dal Bruto fondatore della repubblica, giungono fino all'età di Cicerone, suddivisi grosso modo in un'età antica, una graccana e una più vicina all'autore (per ciascuna epoca si segnalano al massimo un paio di oratori d'eccezione); dal § 300 Cicerone inserisce sempre di più notizie inerenti la sua formazione e la sua carriera nel resoconto relativo agli oratori della generazione immediatamente precedente alla sua, che egli aveva potuto ascoltare da giovane, a differenza dei più antichi, descritti grazie a notizie indirette, non sempre corredate dalla redazione scritta delle orazioni. Egli può così concludere lo scritto, a mo' di Ringkomposition, con un ritorno a Ortalo (§§ 320 -333). Il Brutus è mutilo alla fine, ma il materiale perso deve essere minimo, perché la naturale conclusione del dialogo sembra molto vicina. Di particolare interesse sono i §§ 184-189, in cui Cicerone descrive le finalità dell'oratore (docere, delectare, movere) e dichiara che l'oratore migliore è quello che incontra l'approvazione del popolo, perché, così facendo, risulta gradito anche agli esperti [S. Mollea].

Parole chiave: Éloquence - Eloquenza - Eloquence, Prosopographie - Prosopografia - Prosopography, Rhétorique - Retorica - Rhetorics, Stylistique et genres littéraires - Stilistica e generi letterari - Stylistics and literary genre
Bibliografie: