Dicembre 46: Cicerone sposa Publilia: fam. IV, 14, 1. 3; PLUT. Cic. 41, 4-5; D.CASS. XLVI, 18, 3.
Cf. LANGE 1876, 3, 453; FRIEDRICH 1884, XX; SCHMIDT 1893, 268; PETERSSON 521; DG 6, 612-613; CIACERI 2, 297; CARCOPINO 1947, 1, 242-248; HOFFMANN 1959, 1917; BÜCHNER 1964, 350; SB Att. 5, 309; GELZER 1969, 288 (=RE 1019); SB 1971, 202; STOCKTON 276; KUMANIECKI 1972, 463; BL VII (BEAUJEU), 198; DIXON 1984, 92; MITCHELL 2, 287; FUHRMANN 217; MARINONE a. 46 A.
-FRIEDRICH 1884, XX: Fine anno 46 o inizio 45. -SCHMIDT 1893, 268; G in DG 613 n. 2; HOFFMANN 1959, 1918; SB Att. 5, 309; GELZER 1969, 288 n. 205; BL VII (BEAUJEU), 198; MARINONE a. 46 A: Dicembre 46, sulla base di Att. XII, 11; fam. IV, 14, 1. 3. -DIXON 1984, 92: Tra novembre 46 e la morte di Tullia a marzo 45. -FUHRMANN 217: Sei mesi dopo il divorzio da Terenzia.
-II intercalare: Cicerone è ancora incerto se risposarsi o meno e con chi: se con Pompeia, figlia di Pompeo e vedova di Fausto Silla, o con un’altra, di cui Cicerone tace il nome ma non la scarsa avvenenza: nihil vidi foedius, Att. XII, 11.
Cf. DG 6, 612; HOFFMANN 1959, 1918.
-Publilia è molto più giovane di Cicerone (prob. circa quindicenne). Come motivazione per le nozze è addotta la sua bellezza secondo Terenzia, il suo patrimonio, con cui riassettare le finanze, secondo Tirone. La differenza di età procura biasimo a Cicerone anche da parte di M. Antonio, a cui Cicerone risponde per le rime: QUINT. VI, 3, 75; PLUT. Cic. 41, 4-6; D.CASS. XLVI, 18, 3-4.
Cf. DG 6, 612-613; CARCOPINO 1947, 1, 242-248; HOFFMANN 1959, 1918.
-Cicerone è posto come erede da Publilio, parente di Publilia, per non violare la lex Voconia, alla condizione di essere solo il fiduciario, secondo Tirone, citato in PLUT. Cic. 41, 5.
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