Philippicae I-IV

Titolo: Philippicae I-IV
Tipo opera: Cicerone - I - Opere
Descrizione: Le Philippicae sono una raccolta di 14 orazioni, indirizzate contro Marco Antonio, prende il nome di Philippicae (adBrut., 4.2.6) richiamandosi alle famose invettive del IV sec. a.C. pronunciate dall’oratore ateniese Demostene contro Filippo di Macedonia. La morte del dittatore Giulio Cesare sconvolse la politica romana rimettendo il potere nelle mani del secondo triumvirato costituito da Ottaviano, Lepido e Antonio. Il primo settembre del 44 a.C. Marco Antonio convocò il Senato con l’intenzione di proporre la deificazione di Giulio Cesare, ma Cicerone, ritenendo tale proposta inaccettabile, non si recò alla seduta e il triumviro ne approfittò per attaccarlo pesantemente. Il 2 settembre con il Senato riunito da Dolabella, collega di Marco Antonio nel consolato, Cicerone pronunciò la prima Philippica, con la quale dava ragione della sua partenza e ritorno dalla Grecia, quindi ricapitolò la situazione e l’azione politica del triumviro. Sebbene Antonio, dopo il 17 marzo, avesse mantenuto una politica moderata, tuttavia dopo il primo giugno vi fu un brusco cambiamento di rotta: i consoli non si presentarono in Senato, furono esiliati i cesaricidi, i veterani furono spinti a richiedere ulteriori compensi. Cicerone terminò l’orazione opponendosi alla concessione degli onori divini a Giulio Cesare ed esortando Dolabella e Antonio a farsi amare e non temere dai concittadini. Philippica II Il 19 settembre del 44 a.C. l’Arpinate fu accusato da Antonio: dell’assassinio dei Catilinari, della morte di Clodio, della rottura fra Cesare e Pompeo (e pertanto di essere la causa della guerra civile) e infine dell’uccisione del dittatore. In ottobre Cicerone scrisse la seconda Philippica, che però non fu pronunciata, ma pubblicata verso la fine di novembre. L’orazione può essere divisa in due sezioni: nella prima, dal secondo al diciassettesimo capitolo, Cicerone si difende dalle accuse, nella seconda, ossia nei successivi ventinove capitoli, attacca duramente Marco Antonio mettendone a nudo la vita privata e pubblica. Ritenuta un capolavoro di eloquenza, la seconda Philippica fu anche celebrata da Giovenale in una delle sue Satire (X.120-126). Philippica III Con la terza Philippica Cicerone aprì la seduta del Senato del 20 dicembre del 44 a.C., ricapitolò gli avvenimenti delle settimane precedenti, in cui Antonio aveva tentato di portare sul suolo italico alcune legioni, elogiò l’operato di Ottaviano, che si era opposto alle armate di Antonio salvando Roma da un sicuro massacro. Viene esaltato il ruolo di Bruto, degno discendente di coloro che avevano cacciato da Roma Tarquinio, il quale è comunque ritenuto migliore di Antonio. Cicerone invita a sostenere l’operato di Bruto, a rivedere le posizioni assunte contro Ottaviano, che Antonio aveva progettato di far dichiarare nemico pubblico, e prosegue mettendo in evidenza altre malefatte di Antonio. Philippica IV Dopo aver pronunciato la terza Philippica, Cicerone si recò nel Foro e arringò la folla con un nuovo discorso, nel quale evidenzia come il Senato di fatto avesse giudicato Antonio meritevole del titolo di hostis, esalta le azioni di Ottaviano e delle sue legioni, che intendono garantire la libertà del popolo romano, e rievoca ancora una volta le atrocità e i massacri perpetrati da Marco Antonio. Ulteriori notizie in Att. XV, 13, 1; fam. X, 2, 1. 28, 2; XI, 6a; XII, 2, 1. 22a, 1. 25, 2; Br. II, 3, 4. 4, 2; Phil. V, 20; PLUT. Cic. 24, 6. [S. Rozzi]
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