Aratea

Titolo: Aratea
Tipo opera: Cicerone - I - Opere
Descrizione: Opera giovanile di Cicerone, scritta quando era ancora admodum adulescentulus (N.D. II, 104), attorno al 90-89 a.C., gli Aratea sono una traduzione latina in esametri dei Phaenomena di Arato di Soli (III sec. a.C.), poema didascalico ellenistico di argomento astronomico. Degli Aratea si conservano un lungo passo di 480 versi giunto per tradizione diretta e numerosi frammenti più brevi, che conosciamo dal De natura deorum (II, 104-114) e grazie a Prisciano. Il confronto con i passi greci corrispondenti lascia rilevare una tecnica versoria molto libera, che dà adito a rielaborazioni più o meno profonde dell'originale, secondo l'uso latino di emulare, e non imitare, i modelli greci. Nel caso specifico, Cicerone aggiunge all'asciutto poemetto astronomico greco, e al suo lessico prezioso e ricercato, maggior colore, soprattutto tramite le vivaci e pittoresche descrizioni e una tendenza al grandioso e al patetico, per cui traeva ispirazione dalla grande poesia romana, Ennio in primis. È rimarchevole il contributo degli Aratea alla tecnica versificatoria esametrica; in particolare Cicerone sembra trasporre nei versi la sua tendenza al periodare ampio in prosa, rompendo i confini del verso e dando forte impulso alla tecnica dell'enjambement. Forse in un secondo momento, a giudicare da un'epistola ad Attico di dubbia interpretazione (Att. II, 1, 11, datata giugno 60 a.C.), Cicerone tradusse anche la seconda sezione del poemetto di Arato, i Prognostica (Div. I, 13-15) [FPiccioni]
Parole chiave: Poesia - Poesie - Poetry, Sources - Fonti - Sources, Traduction - Traduzione - Translation
Note:

Inserimento in rete del testo latino a cura di Chiaffredo BUSSI


Bibliografie: