Autore: Zanichelli, Maria
Titolo: Etica, politica, diritto: modelli di discorso fondativo in Cicerone
Rivista/Miscellanea: in: Daniele M. Cananzi e Roberto Righi (a cura di), Ontologia e analisi del diritto. Scritti per Gaetano Carcaterra, vol. II
Luogo edizione: Milano
Editore: Giuffrè
Anno edizione: 2012
Pagine: 1433-1506
Parole chiave: Droit - Diritto - Law, Philosophie - Filosofia - Philosophy, Politique - Politica - Politics
Descrizione: [Summary] 0. Premessa: normatività, giustificazione, fondazione; 1. Cicerone come paradigma e precursore di una filosofia fondazionista; 2. Il fondamento naturale e razionale delle comunità umane; 3. Il fondamento naturale, razionale e divino del diritto; 4. Il diritto come fondamento della comunità politica, dell’eloquenza, della filosofia; 5. Un caso particolare di discorso fondativo: la giustificazione della guerra e i suoi limiti; 6. Conclusione: la formalizzazione del discorso fondativo e il suo significato in Cicerone. [Abstract] L’obiettivo di questo saggio è porre in rilievo, a partire dall’esame diretto di alcune sue opere, la tendenza di Cicerone a costruire il discorso filosofico in forme e secondo finalità fondative, cioè individuando le ragioni costitutive di una certa realtà normativa in un’altra realtà ontologicamente sovraordinata o logicamente antecedente. L’analisi dei testi si è concentrata in particolare sulle fondazioni di carattere filosofico-giuridico, e sulle loro inevitabili connessioni con la politica e l’etica. Qualche esempio: per Cicerone la società umana è fondata sul diritto; società e diritto positivo sono fondati entrambi sulle caratteristiche essenziali della natura umana e della ragione; la società, infatti, nasce dall’impulso naturale degli uomini ad aggregarsi, mentre il diritto positivo è fondato sulla legge naturale presente in tutti gli esseri; la legge naturale, a sua volta, trova la propria origine e giustificazione ultima nel disegno razionale di una divinità che regge tutto l’universo. Infine, esempio paradigmatico di fondazionismo sono le riflessioni ciceroniane sul bellum iustum. Il ricercare in profondità radici e fonti del dover essere è l’atteggiamento speculativo più tipico di Cicerone, e attesta la sua esigenza di trovare il fondamento “normativo” -oltre la mera fattualità- di leggi, istituzioni, scelte politiche, opzioni valoriali, regole di condotta sociale. È in particolare nelle opere teoriche che egli riflette, sulla scorta delle filosofie ellenistiche, sui fondamenti del diritto, della politica, dell’etica. Qui l’attitudine propria dei discorsi normativi ad articolarsi come fondazioni è finalizzata direttamente all’intento di fornire riferimenti ideali alla classe dominante romana del I secolo a.C., nella crisi delle istituzioni repubblicane. Il discorso fondativo, pertanto, non è una mera strategia retorico-argomentativa o una costante stilistica. Rispecchia direttamente quell’impegno sostanzialmente fondativo o ri-fondativo di fronte alla decadenza dellares publica che fu alla base del lavoro di divulgazione filosofica di Cicerone, così come aveva ispirato la sua azione politica. Sono stati presi in considerazione in primo luogo i dialoghi di argomento politico e giuridico: de re publica (54-1 a.C.) e de legibus (52-1 a.C.). Si è tenuto conto, inoltre, nell’ambito del corpus filosofico, di due opere nelle quali è più marcata la connotazione politica, pratico-morale e normativa in senso lato, nei contenuti e nelle finalità: de amicitia e de officiis, composte a breve distanza l’una dall’altra nel clima di incertezza istituzionale creatosi Roma dopo l’uccisione di Cesare (44 a.C.). Infine, sono state esaminate occasionalmente opere precedenti di retorica (de inventione e de oratore) e orazioni giudiziarie (pro Caecina, pro Murena, pro Sestio), scelte per la presenza di significative teorizzazioni normative riguardanti il diritto. I due criteri seguiti nella selezione dei testi sono appunto il contenuto fondativo (testi di argomento etico, politico, giuridico, nei quali si dia ragione di qualcosa trovandone origine, fondamento, radici, ragioni in qualcos’altro), e la presenza di indicatori formali che connotano sul piano logico, concettuale, lessicale un atteggiamento fondazionista. Estendendo l’analisi ad altre opere (lettere, orazioni, dialoghi e trattati di argomento etico, teologico, retorico, gnoseologico), risulterebbe certamente confermata la centralità dell’atteggiamento fondazionista nel pensiero e nella scrittura di Cicerone, uomo politico, avvocato, giureconsulto, filosofo, e in particolare filosofo del diritto. A conclusione del saggio è ricostruita la mappa di un vero e proprio lessico tecnico ciceroniano della fondazione (nozioni quali ratio, causa, principium, fundamentum, e più in generale i campi semantici del sostenere, costituire, generare, scaturire). Il ricorrere di una terminologia specifica, utilizzata in senso consapevolmente tecnico, conferma la centralità di questo procedimento argomentativo.È proprio in questa opera di “fondazione” lessicale e concettuale che meglio si può apprezzare il contributo autonomo di Cicerone alla costruzione del pensiero occidentale. Ed è in questa prospettiva che oggi, declinato il paradigma della Quellenforschung, si può individuare l’autentica portata del suo lavoro filosofico.
Opere:
Link: http://www.giuffre.it/it-IT/products/83306.html
Sigla autore: Zanichelli 2012
Titolo: Etica, politica, diritto: modelli di discorso fondativo in Cicerone
Rivista/Miscellanea: in: Daniele M. Cananzi e Roberto Righi (a cura di), Ontologia e analisi del diritto. Scritti per Gaetano Carcaterra, vol. II
Luogo edizione: Milano
Editore: Giuffrè
Anno edizione: 2012
Pagine: 1433-1506
Parole chiave: Droit - Diritto - Law, Philosophie - Filosofia - Philosophy, Politique - Politica - Politics
Descrizione: [Summary] 0. Premessa: normatività, giustificazione, fondazione; 1. Cicerone come paradigma e precursore di una filosofia fondazionista; 2. Il fondamento naturale e razionale delle comunità umane; 3. Il fondamento naturale, razionale e divino del diritto; 4. Il diritto come fondamento della comunità politica, dell’eloquenza, della filosofia; 5. Un caso particolare di discorso fondativo: la giustificazione della guerra e i suoi limiti; 6. Conclusione: la formalizzazione del discorso fondativo e il suo significato in Cicerone. [Abstract] L’obiettivo di questo saggio è porre in rilievo, a partire dall’esame diretto di alcune sue opere, la tendenza di Cicerone a costruire il discorso filosofico in forme e secondo finalità fondative, cioè individuando le ragioni costitutive di una certa realtà normativa in un’altra realtà ontologicamente sovraordinata o logicamente antecedente. L’analisi dei testi si è concentrata in particolare sulle fondazioni di carattere filosofico-giuridico, e sulle loro inevitabili connessioni con la politica e l’etica. Qualche esempio: per Cicerone la società umana è fondata sul diritto; società e diritto positivo sono fondati entrambi sulle caratteristiche essenziali della natura umana e della ragione; la società, infatti, nasce dall’impulso naturale degli uomini ad aggregarsi, mentre il diritto positivo è fondato sulla legge naturale presente in tutti gli esseri; la legge naturale, a sua volta, trova la propria origine e giustificazione ultima nel disegno razionale di una divinità che regge tutto l’universo. Infine, esempio paradigmatico di fondazionismo sono le riflessioni ciceroniane sul bellum iustum. Il ricercare in profondità radici e fonti del dover essere è l’atteggiamento speculativo più tipico di Cicerone, e attesta la sua esigenza di trovare il fondamento “normativo” -oltre la mera fattualità- di leggi, istituzioni, scelte politiche, opzioni valoriali, regole di condotta sociale. È in particolare nelle opere teoriche che egli riflette, sulla scorta delle filosofie ellenistiche, sui fondamenti del diritto, della politica, dell’etica. Qui l’attitudine propria dei discorsi normativi ad articolarsi come fondazioni è finalizzata direttamente all’intento di fornire riferimenti ideali alla classe dominante romana del I secolo a.C., nella crisi delle istituzioni repubblicane. Il discorso fondativo, pertanto, non è una mera strategia retorico-argomentativa o una costante stilistica. Rispecchia direttamente quell’impegno sostanzialmente fondativo o ri-fondativo di fronte alla decadenza dellares publica che fu alla base del lavoro di divulgazione filosofica di Cicerone, così come aveva ispirato la sua azione politica. Sono stati presi in considerazione in primo luogo i dialoghi di argomento politico e giuridico: de re publica (54-1 a.C.) e de legibus (52-1 a.C.). Si è tenuto conto, inoltre, nell’ambito del corpus filosofico, di due opere nelle quali è più marcata la connotazione politica, pratico-morale e normativa in senso lato, nei contenuti e nelle finalità: de amicitia e de officiis, composte a breve distanza l’una dall’altra nel clima di incertezza istituzionale creatosi Roma dopo l’uccisione di Cesare (44 a.C.). Infine, sono state esaminate occasionalmente opere precedenti di retorica (de inventione e de oratore) e orazioni giudiziarie (pro Caecina, pro Murena, pro Sestio), scelte per la presenza di significative teorizzazioni normative riguardanti il diritto. I due criteri seguiti nella selezione dei testi sono appunto il contenuto fondativo (testi di argomento etico, politico, giuridico, nei quali si dia ragione di qualcosa trovandone origine, fondamento, radici, ragioni in qualcos’altro), e la presenza di indicatori formali che connotano sul piano logico, concettuale, lessicale un atteggiamento fondazionista. Estendendo l’analisi ad altre opere (lettere, orazioni, dialoghi e trattati di argomento etico, teologico, retorico, gnoseologico), risulterebbe certamente confermata la centralità dell’atteggiamento fondazionista nel pensiero e nella scrittura di Cicerone, uomo politico, avvocato, giureconsulto, filosofo, e in particolare filosofo del diritto. A conclusione del saggio è ricostruita la mappa di un vero e proprio lessico tecnico ciceroniano della fondazione (nozioni quali ratio, causa, principium, fundamentum, e più in generale i campi semantici del sostenere, costituire, generare, scaturire). Il ricorrere di una terminologia specifica, utilizzata in senso consapevolmente tecnico, conferma la centralità di questo procedimento argomentativo.È proprio in questa opera di “fondazione” lessicale e concettuale che meglio si può apprezzare il contributo autonomo di Cicerone alla costruzione del pensiero occidentale. Ed è in questa prospettiva che oggi, declinato il paradigma della Quellenforschung, si può individuare l’autentica portata del suo lavoro filosofico.
Opere:
Link: http://www.giuffre.it/it-IT/products/83306.html
Sigla autore: Zanichelli 2012