De officiis

Titolo: De officiis
Tipo opera: Cicerone - I - Opere
Descrizione: Trattato filosofico in tre libri, considerato l'ultima opera filosofica di Cicerone, il De officiis è stato composto tra l'autunno e l'inverno del 44 a.C. [Fausto Pagnotta]
Parole chiave: Éditions - Edizioni - Editions, Philosophie - Filosofia - Philosophy, Politique - Politica - Politics
Riferimenti storici:

Il De officiis è stato composto prima del rientro dell’Arpinate a Roma il 9 dicembre, dopo che in quello stesso anno dal 6 aprile al 17 luglio e da metà ottobre al 9 dicembre si era spostato fuori da Roma nelle sue ville per salvaguardare se stesso dalle possibili vendette dei suoi nemici politici dopo l’assassinio di Cesare alle Idi di marzo. Il contesto storico dell’opera è quello della ripresa da parte di Cicerone dell’attività politica dopo la morte di Cesare e della sua lotta contro Antonio: il De officiis viene composto infatti in contemporanea con la prima e la seconda Filippica. Il trattato è dedicato al figlio Marco a quei tempi studente ad Atene presso il filosofo peripatetico Cratippo e più in generale a tutti i giovani romani per la loro formazione etico-politica (off. 2,45). Alla base filosofica del De officiis in particolare per i primi due libri Cicerone si rifà al pensiero del filosofo stoico Panezio di Rodi che aveva trattato l’argomento dei doveri nell’opera “Sul dovere”. Da Panezio Cicerone trae elementi fondamentali per la messa a fuoco del significato dei concetti di honestum e di decorum che tanta parte hanno in tutto il primo libro, dove l’Arpinate fa una disamina di quei principi etici grazie ai quali l’uomo può distinguere in diversi ambiti del vivere civile ciò che si deve fare da ciò che non si deve. Il secondo libro che si apre con la motivazione da parte di Cicerone della propria attività filosofica (off. 2,2-6), tratta del concetto di utile e di come la sua separazione dall’honestum arrechi danno agli uomini (off. 2,9). Il libro parla inoltre di come si può guadagnare il consenso e la gloria da parte degli uomini secondo l’honestum (off. 2,21-43) ed in particolare dei doveri della beneficentia e della liberalitas (off. 2,52-87). Nel terzo libro Cicerone tratta del possibile conflitto tra l’utile e l’onesto (off. 3,17-19), un conflitto che si deve superare cercando di ricondurre la dimensione concettuale e valoriale dell’utilitas
sul piano dell’honestas nell’interesse della Res publica
e più in generale nell’interesse di quella che Cicerone definisce communis hominum utilitas (off. 3,27-28), rispetto agli interessi individualistici e di fazione. [Fausto Pagnotta]


Bibliografie: