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Senatus consultum ultimum 

 

 

7 gennaio 49: Senatus consultum ultimum, a cui si fa accenno in Att. X, 8, 8; fam. XVI, 11, 2; CAES. B.C. I, 5, 4. 

 

Cf. STERNKOPF 1884, 3; SCHMIDT 1893, 104-105; DG 3, 363 n. 2; 6, 166 n. 7; TP 4, XI. 230. 559; 5, 6; HOLMES 1923, 2, 269; SB Att. 4, 410; GRUEN 1974, 490; BONNEFOND-COUDRY 1989, 43; 213; MITCHELL 2, 248; MARINONE a. 49 n. 2. 

 

 

-D in DG 6, 166 n. 7: Due giorni dopo l’arrivo di Cicerone alle porte di Roma.

-G in DG 6, 166 n. 7: Tre giorni dopo.

-TP 4, XI. 230. 559; SB Att. 4, 410: In Att. X, 8, 8 quos contra me senatus, ne quid res publica detrimenti acciperet, armavit s’intende, con anastrofe della preposizione, contro i quali il senato mi armò, ma commentando: «It is strange that Cicero did not avoid the ambiguity by some modification of the order of the words» (TP 4, 230) e riferendo la notizia al SCU dell’anno 63: il fatto che il riferimento a Cesare in Att. X, 8, 8 non appaia pertinente alla congiura di Catilina è così spiegato (SB Att. 4, 410): «Including Caesar, in whose complicity with Catiline C. believed, despite his denial at the time (cf. Off. II. 84; Plut. Crass. 13; also Suet. Iul. 9. 2)». Che comunque il 7 gennaio ci sia stato il SCU è riconosciuto da TP 4, XI. 559.

 

 

-Fam. VIII, 17, 1: La notte successiva al SCU M. Celio Rufo, in partenza con i cesariani per Rimini, si reca da Cicerone. 

 

 

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