SH 1, 500; KUMANIECKI 1970 a, 170: I Paradoxa sono composti e pubblicati nella primavera dell’anno 46. 

HÄFNER 1928, 98: Opera finita al più tardi a metà aprile 46, come il Brutus. 

D in DG 6, 246: Inizio aprile. Nel proemio dei Paradoxa Catone è presentato come ancora in vita, ma questo non basta per datare tutta l’opera all’anno 46, poiché Cicerone ha a disposizione vari proemi tra i quali scegliere per le sue opere: Att. XVI, 6, 4. Decisivo è invece il fatto che Cicerone si avvicina a M. Bruto, dedicatario dell’opera, solo nell’anno 46; il contenuto, infine, per la sua affinità con il De finibus, fa pensare che sia stato scritto durante l’inizio delle ricerche per quell’opera, nell’anno 46: Att. XII, 6a, 2. 

G in DG 6, 246 (seguito da MAC KENDRICK 1989, 87): 1°-20 aprile. La testimonianza di Att. XII, 6a a non può essere utilizzata perché è da datarsi in interc. II, almeno 9 mesi dopo la stesura dei Paradoxa. Più utile parad. 5: Accipies igitur hoc parvulum opusculum lucubratum his iam contractioribus noctis, che ben si adatta al periodo 1° - 20 aprile [che per G corrisponde a 2-21 febbraio del calendario giuliano]. 

COLEMAN 1939, 213 n. 1: Opera iniziata nell’anno 53 e terminata nel 46. 

BÜCHNER 1964, 349: Opera anteriore al Cato, che è composto probabilmente in estate. 

GELZER 1969, 272; BRINGMANN 1971, 60: Opera spedita a M. Bruto come appendice al Brutus circa inizio maggio, prima di sapere della morte di Catone: parad. 1-5. 

SCHMIDT 1969, 273: Dopo fam. IX, 2, circa nello stesso tempo di fam. IX, 3. 

MOLAGER (BL), 14-15: Opera composta ad inizio primavera (probabilmente febbraio/marzo). 

GRIMAL 1984: Metà aprile. 

STEINMETZ 1990, 146: Aprile.