2 febbraio 56
Supposto intervento di Cicerone nella prima udienza preliminare di un processo davanti al popolo (iudicium populi) a difesa di Milone accusato de vi da Clodio, da poco eletto edile curule. Dell’intervento di Cicerone, soltanto presumibile, resta unica traccia in Q.f. II, 3, 1.
Edizioni: CRAWFORD 1984, n° 44.
Cf. RAUSCHEN 1886, 12; STERNKOPF 1904, 415; GRANRUD 1913 n° 76; DG (2, 272); 5, 652; 6, 382; WISEMAN 1966, 112; MITCHELL 1969, 317; GRUEN 1974, 298-299; LINTOTT 1974, 63; FANTHAM 1975, 433; BENNER 1987, 110-111; ALEXANDER 1990, n° 266; MITCHELL 2, 164-165; MARINONE a. 56 B3.
-Il 2 febbraio, nella prima delle quattro contiones dell’anquisitio, Cicerone probabilmente affianca il difensore M. Claudio Marcello, ma assistendo Milone solo con la sua presenza, senza prendere la parola; durante la seconda seduta (7/8 febbraio) deve scappare per i tumulti provocati dalle operae Clodianae, mentre la terza si svolge il 17 febbraio; l’ultima, rinviata al 7 maggio, probabilmente non viene tenuta: Q.f. II, 3, 1-2. 5, 4; fam. I, 5 a, 1.
-Q.f. II, 3, 1: A. d. IIII Non. Febr. [2 febbraio] Milo adfuit: ei Pompeius advocatus venit. Dixit M. Marcellus a me rogatus. Honeste discessimus. Prodicta dies est in VII Id. Febr.[7 febbraio]
-RAUSCHEN 1886, 12; DG 2, 272 («er selbst blieb stumm»); 5, 652; GRUEN 1974, 299; LINTOTT 1974, 63; ALEXANDER 1990, n° 266: In questo processo Cicerone si limita a fare atto di presenza, senza pronunciare alcuna orazione.
-GRANRUD 1913 n° 76 (intervento datato all’anno 55); GRUEN 1974, 298-299; CRAWFORD 1984, n° 44 (senza pubblicazione perché il processo non giunge a termine): Cicerone non perde l’occasione di parlare contro Clodio e pronuncia un vero e proprio discorso.
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