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De temporibus suis*  

 

 

Novembre 56 - dicembre 54 

 

Poema in tre libri, di cui restano solo testimonianze: Att. IV, 8 a, 3; fam. I, 9, 23; Q.f. II, 7, 1. 15, 5; III, 1, 24.

 

Edizioni: MOREL (T) 7; TRAGLIA (CSC) A 12-17; SOUBIRAN (BL) 33-41; 247-248.

 

Cf. FRIEDRICH 1884, XVI; PETER (T), VII n. 1; TP 2, 86. 93; HEIKEL 1912, 35-36; SH 1, 536; HÄFNER 1928, 63-64; DG 6, 17; EWBANK 1933, 16-19; CARCOPINO 1947, 1, 401; JACHMANN 1950, 245-247; BÜCHNER 1964, 296 (= RE 1250-1253); TOWNEND 1965, 120; WISEMAN 1966, 110; GELZER 1969, 173 n. 52; SB 1971, 91; KUMANIECKI 1972, 324; GRIMAL 1984; PHILLIPS 1986, 230-231; GLUCKER 1988, 6-9; HARRISON 1990, 458-460; MITCHELL 2, 195; COURTNEY 1993, 173-174; FUHRMANN 156; BYRNE 1998, 129; 132-133; MARINONE a. 54 B15.

 

-Il poema, forse mai ultimato o pubblicato, è la continuazione del De consolatu suo e doveva probabilmente concludersi con il ritorno di Cicerone dall’esilio.

 

 

 

Testimonianze 

 

-Q.f. II, 15, 5: Cicerone, dopo aver sottoposto il primo libro al giudizio di Cesare (Quo modo [...] de nostris versibus Caesar? Nam primum librum se legisse scripsit ad me ante), non è convinto della sincerità del giudizio lusinghiero espressogli direttamente da lui e chiede al fratello Quinto, alla conclusione della spedizione in Britannia, di appurare la verità e di comunicargliela senza imbarazzi.

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MITCHELL 2, 195 parla di «indifferent reception» da parte di Cesare.

-Q.f. III, 1, 24: Cicerone comunica al fratello l’intenzione di modificare l’opera, aggiungere al secondo libro un intermezzo (embolium) su A. Gabinio e L. Calpurnio Pisone Cesonino.

-Fam. I, 9, 23: Cicerone è ancora incerto se pubblicare l’opera e dubita di poterne inviare una copia a Lentulo Spintere in modo riservato (si quem cui recte committam invenero).

 

-Le testimonianze addotte per gli anni 56 e 55 non si riferiscono esplicitamente all’opera in questione: 

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TP 2, 86; CARCOPINO 1947, 1, 401; GELZER 1969, 173 n. 52; PHILLIPS 1986, 230-231: Att. IV, 8 a, 3: de poemate quod quaeris, quid si cupiat effugere? quid? sinam?  

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TP 2, 93; HARRISON 1990, 458-460: Q.f. II, 7, 1: Placiturum tibi esse librum ii suspicabar, tam valde placuisse quam scribis valde gaudeo.

 

 

-PETER (T), VII n. 1: Si individua un accenno all’opera anche in Att. IV, 11, 2.

 

-GLUCKER 1988, 6-9: In fam. X, 1, 1; Br. I, 15, 5; off. III, 121; red. pop. 10; red. sen. 34; Sest. 52 si individuano altre allusioni al De temporibus suis.

 

 

 

Datazioni 

 

-FRIEDRICH 1884, XVI: Anno 55

-HÄFNER 1928, 64 n. 2: Opera quasi ultimata nell’autunno 56. Nell’anno 54 una copia è spedita a Cesare, ma l’opera non viene mai completata e pubblicata da Cicerone. 

-DG 6, 17: Opera scritta dopo la partenza di P. Cornelio Lentulo Spintere per il proconsolato in Cilicia (fam. I, 9, 23), terminata prima del ritorno di A. Gabinio dalla Siria a settembre 54 (Q.f. III, 1, 24).

-EWBANK 1933, 16-19: opera divulgata già nel 55, supponendo che i versi citati in Pis. 72 appartenessero al De temporibus suis*.

-BÜCHNER RE 1252: Scritto composto negli anni 56/54 (più probabilmente a febbraio 55, sulla base di Q.f. II, 7, 1); contro HÄFNER 1928, 64 si ritiene che l’opera sia stata effettivamente pubblicata, individuando un accenno in [SAL.] In Cic. 3.

-TOWNEND 1965, 120: Circa 5 o 6 anni dopo i fatti del 63.

-WISEMAN 1966, 110: A dicembre 54 Cicerone decide di non pubblicare l’opera.

-GELZER 1969, 173: Si avanza l’ipotesi che Cicerone lavori all’opera ad Anzio nell’estate del 56.

-GRIMAL 1984: Fine anno 56

-PHILLIPS 1986, 230-231: Versione del Per± tÒv Ãpate°av.  

-HARRISON 1990, 458-460: Si esprimono dubbi sull’esistenza stessa dell’opera: le testimonianze di Cicerone addotte implicano che l’opera sia rimasta se non altro inedita. 

-FUHRMANN 156: Negli anni immediatamente successivi all’incontro di Lucca [a. 56] Cicerone si dedica alla composizione, tra l’altro, del De consulatu suo e dopo del De temporibus suis, opera che forse spedisce a L. Lucceio come fonte per il poema epico su di lui. 

-MITCHELL 2, 195: Cicerone inizia ad occuparsi dell’opera a gennaio 55 e a febbraio dello stesso anno completa il primo libro. 

-COURTNEY 1993, 174: Opera mai completata e pubblicata. 

 

De temporibus suis* e De consolatu suo 

 

 

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