Anno indeterminato (prima del 45)
Poema epico in esametri di data indeterminabile. Ne restano frammenti: Att. XII, 49, 2; div. I, 106; leg. I, 1-2; IUL.CAPIT. Gord. 3, 2.
Edizioni: MÜLLER (T) H 8; MOREL (T) 5; TRAGLIA (CSC) A 3-5; B 5-9; SOUBIRAN (BL) 42-51; 249-250.
Cf. HAUPT 1875, 213; GROLLM 1887, 18-27; CUCHEVAL 1902, 1, 32; LEO 1914, 194; PETERSSON 350; SH 1, 536; DG 5, 235; EWBANK 1933, 13-16; LAURAND 1935, 11; GNAUK 1936, 60; FERRARINO 1939, 161; CIACERI 1, 7; BENARIO 1957, 177-181; TRAGLIA 1962, 16; BÜCHNER 1964, 302 (= RE 1253-1256); TOWNEND 1965, 121; KUMANIECKI 1972, 30; 69-70; MITCHELL 1, 48-49; ROLIN 1979, 345; BROŻEK 1982b, 259-261; COURTNEY 1993, 174-178; MARINONE a. indet. B21.
Datazioni
La citazione di alcuni versi in leg. I, 2 offre il sicuro terminus ante quem dell’anno 52; una più precisa datazione dipende dall’identificazione dello Scaevola che nel Marius pronunzia tali versi: {Quintus} Dum Latinae loquentur litterae, quercus huic loco non deerit quae Mariana dicatur, eaque, ut ait Scaevola de fratris mei Mario, «canescet saeclis innumerabilibus». Può trattarsi di:
-HAUPT 1875, 213; G in DG 5, 235 n. 18; CIACERI 1, 7: Non molto prima dell’anno 52, anno del De legibus. -GROLLM 1887, 18-27: Tra gli anni 86 (morte di C. Mario) e 83 (ritorno di Silla). -CUCHEVAL 1902, 1, 32: Opera composta sotto la guida del poeta A. Licinio Archia, prima dell’anno 90 (data della morte di M. Emilio Scauro, princeps senatus). -LEO 1914, 194: Datazione all’età giovanile. -D in DG 5, 235: Non prima né dopo l’anno 87 (morte di Q. Mucio Scevola Augure), sulla base di leg. I, 1. -EWBANK 1933, 13-16: opera della maturità, tra il ritorno dall’esilio nel 57 ed il 52; probabilmente nel 56, anno del riavvicinamento a Cesare. -LAURAND 1935, 11: Opera giovanile, composta come i Phaenomena forse prima dell’anno 86. -GNAUK 1936, 60: Subito dopo il ritorno dall’esilio, fine anno 57, presumendo che lo Scaevola ricordato in leg. I, 1 non sia l’augure. -FERRARINO 1939, 161: Anno 87. -BENARIO 1957, 180: Sulla base di Att. II, 15, 3 si fissa il terminus ante all’anno 59: il Marius è composto nei primi tre mesi dell’anno, come opera di propaganda per il primo triumvirato, allo scopo di glorificare C. Mario come zio di Cesare. -TRAGLIA 1962, 16: Tra i Phaenomena, opera giovanile, ed i Prognostica (anno 60), intorno agli anni del settimo consolato di C. Mario (, sotto gli auspici di Q. Mucio Scevola Augure e forse di A. Licinio Archia. -BÜCHNER 1964, 302 (= RE 1254-1255); SOUBIRAN (BL), 47-48: Anni 57-54, seguendo GNAUK 1936, 60. -TOWNEND 1965, 121: Si rigettano le datazioni all’età giovanile, agli anni 70 (in contemporanea con un presunto avvicinamento di Cicerone alla causa dei populares) e agli anni 60 (con lo scopo politico di riconciliare optimates e populares). Sembra preferibile la data attorno all’anno 50, in funzione filocesariana, per la citazione nel De legibus [datato 46-44] e nel De divinatione, benché manchino accenni nell’epistolario. -MITCHELL 1, 48-49: Dubitativamente, dall’anno 57 al 45, dal ritorno dall’esilio all’epoca della composizione del De divinatione. -ROLIN 1979, 345: Anno 60. -BROŻEK1982b, 259-261: Anni 46/, mentre Cicerone attende le reazioni di Cesare per il Cato. Con l’opera è messa in relazione la richiesta di difesa da parte di un certo C. Mario, forse un lontano parente (?), che Cicerone rifiuta e manda da Cesare: Att. XII, 49, 2. -COURTNEY 1993, 174-178: Subito dopo il ritorno dall’esilio, negli ultimi mesi del 57, anteriormente al De temporibus suis.
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